Movimento e cambiamento stimolano il risveglio

Movimento e cambiamento stimolano il risveglio.

A cura di Catia Masiero

Attraverso il movimento costruiamo il tessuto muscolare, intensifichiamo la circolazione, stimoliamo le terminazioni nervose e in genere accresciamo la nostra flessibilità e vitalità. Prestando attenzione al modo in cui ci muoviamo possiamo scoprire aspetti ed emozioni che in passato sono stati sepolti.

I sensi sono il collegamento tra il mondo esterno e quello interno, solo attraverso i sensi trascendiamo l’isolamento e ci mettiamo in contatto con una sfera più ampia che è allo stesso tempo fisica, emotiva e spirituale. Attraverso i nostri sensi possiamo riconoscere la differenza tra dolore e piacere, ci espandiamo o ci contraiamo, ci muoviamo in avanti o all’indietro, reagiamo o agiamo. Quando si prova dolore o senso di vuoto, i nostri sensi sono spenti.. in questo modo limitiamo l’informazione che entra nella nostra coscienza e ci tagliamo fuori dal mondo che ci circonda. Così facendo però, perdiamo la capacità di attribuire significato alla nostra esperienza sensoriale..

Il piacere ci invita a prestare attenzione ai nostri sensi, a vivere pienamente il presente, a gioire dell’esperienza di essere vivi, come bambini. Il piacere ci invita a rilassarci su ciò che provoca stress rendendoci più ricettivi alle nuove idee, più entusiasti riguardo ai nuovi compiti o alle nuove richieste della vita. Il piacere amplifica la nostra consapevolezza, ci invita a integrare le cose mentre il dolore ci invita a separare e a disunire. Purtroppo la nostra cultura identifica la maturità con la capacità di negare il piacere.. già da bambini ci viene detto di mettere da parte i nostri piaceri, di stare seduti immobili, di lavorare sodo, di negare o controllare  le emozioni. L’educazione ricevuta ci ha convinti che le emozioni vanno trattenute e ci è sempre stato detto “non piangere” oppure “sei brutto quando piangi” o ancora “un uomo vero non piange mai”.. Piangere è invece una buona cosa perché troppe lacrime appesantiscono il cuore mentre piangere lo alleggerisce. Nel pianto il corpo rivendica quel diritto fondamentale di muoversi e di esprimersi attraverso i singhiozzi, i tremolii, i sospiri.. a quel punto è praticamente impossibile controllarlo, è un fiume in piena che chiede solamente di fluire e liberarsi. Quando ci lasciamo andare e lasciamo scorrere liberamente le emozioni, sperimentiamo una maggiore quantità di energia vitale all’interno di noi stessi. Anche il piacere ci aiuta a lasciar andare, a far scorrere e a muovere l’energia attraverso il corpo. Se il piacere viene negato può forgiarsi una personalità cui manca un ingrediente vitale per essere intera, che si nega il diritto al piacere, che si sente in colpa per la sua mancanza o che si vergogna di provarlo. A questo punto tutte le emozioni vengono messe in discussione e rischiano di crollare quei sani confini che ognuno dovrebbe possedere e che servono a discriminare ciò che è buono e non per ciascuno di noi.. Ne risultano personalità dalle difese eccessive o dalla totale incapacità di proteggersi attraverso la capacità di riconoscere “ho mangiato abbastanza”, “ho bevuto abbastanza”, “ne ho abbastanza di questa relazione improduttiva”, ecc. . Quando i sani piaceri fondamentali vengono negati prevalgono quelli come il piacere di bere, le droghe, l’evitare le responsabilità, l’esagerazione sessuale o il mangiare eccessivo. Questi piaceri non possono veramente soddisfare o sostituire il desiderio di quelli fondamentali ovvero il diritto di esistere e di avere ciò che ci serve per sopravvivere. Vi è una fame di benessere che non viene mai veramente soddisfatta: un sano piacere arreca soddisfazione, un piacere dato da una dipendenza arreca un desiderio di averne ancora, ancora e ancora..

Proprio come rilasciare le emozioni libera il corpo, è vero anche il contrario.. possiamo anche liberare le emozioni muovendo consciamente il corpo. L’allungarsi per esempio può liberare tristezze e desideri sepolti, dare pugni o calci ad un cuscino può liberare da una quota di ansia. Infine, la forma che il nostro corpo assume quando ci regge ci dice molto sul tipo di emozioni che sono conservate sotto la nostra coscienza. Incoraggiare il movimento, anche se all’inizio può sembrare difficile, aiuta a liberare le emozioni e a ristabilire la vitalità e la mobilità.

Bibliografia

  1. Judith “Il libro dei chakra – Il sistema dei chakra e la psicologia”, Neri Pozza Editore, Vicenza, 2014.

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